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Progetto pilota di recupero e riuso come “Corridoio Ecologico”

Oggetto: “Il Tratturo Magno L’Aquila-Foggia”. Prefattibilità per il Progetto di Recupero e Riuso come   “Corridoio Ecologico”. Progetto Pilota, sulla parte interna alla Regione Abruzzo di 125 km. (*) Interventi per il riuso compatibile del sedime del Tratturo e la rigenerazione economica e sociale del territorio attraversato. Esigenze di finanziamento dal PNRR e da altri fondi pubblici per lo sviluppo “green” e compatibile del territorio, (fondi UE, Nazionali, Regionali, Privati).

Premessa

Nel convegno pubblico tenuto alL’Aquila il 9 ottobre 2021 presso la Sala Ipogea del Consiglio Regionale  d’Abruzzo,  questa Associazione “Il Tratturo Magno 4.0”,  ha presentato il proprio Statuto (all.1) ed il Programma Generale (all. 2) per contribuire alla individuazione delle  iniziative utili per  rigenerare l’economia del    territorio, percorso  dai tre Tratturi Regi (L’Aquila-Foggia, Celano-Foggia, Pescasseroli-Candela), che vanno dagli Appennini al Tavoliere delle Puglie attraversando  le tre regioni, Abruzzo, Molise, Puglia.

Il dibattito ricco e proficuo che si è sviluppato (link ai video del convegno: https://www.youtube.com/channel/UCKz75ewQYj00hr-f9339Wuw) ha raccolto molti contributi progettuali dai soci (imprese industriali, agricole, turistiche, dei servizi, etc.)  dagli Amministratori locali (Comuni, Enti Parco, riserve, etc.) da esponenti della cultura storica, archeologica, ambientale; da esponenti del mondo finanziario e della Pubblica Amministrazione, da esponenti Politici.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la Partecipazione del Ministro prof. Giovannini, ha incontrato il territorio della regione Abruzzo per illustrare il PNRR il giorno 11 dicembre 2021 presso il Ridotto del Teatro Comunale della città di L’Aquila.

Nei paragrafi che seguono vengono indicate preliminarmente le azioni specifiche da svolgere per tener conto della “domanda” locale (1) e su come agire: sul sedime del tratturo (2), nei borghi attraversati (3), sui beni culturali e ambientali (4), sulle aziende private lungo il tratturo (5), per una fabbrica della conoscenza (luoghi di lavoro e produzione da remoto) (6) .

  1. Esigenze del territorio

 Da quanto richiamato in premessa si ritiene utile, in questa fase di avvio operativo del PNRR, e di altri programmi nazionali e comunitari, individuare sinteticamente alcuni dati ed elementi progettuali per orientare gli interventi sul territorio, secondo un progetto definito dal territorio stesso. Si espone quindi il progetto di “prefattibilità’ tecnica economica”, lungo il Tratturo Magno, per realizzare in modo armonico e coerente gli investimenti con l’utilizzo delle risorse, rese disponibili dai diversi canali finanziari richiamati. A partire dal PNRR generale e da quello Integrativo che riguarda anche parte dell’area del “cratere”, (sisma 2009 e 2016); questa area infatti è il   “terminale di Montagna”  del  Tratturo Magno con importanti presenze archeologiche, ambientali, architettoniche, pascoli, foreste, agricoltura  speciale e con la presenza di importanti strutture industriali e manifatturiere sviluppatesi vicino la città dell’Aquila; area vasta dove avveniva la raccolta/smistamento   delle greggi che per tradizione secolare, in partenza, si raccoglievano, davanti alla importante Basilica di Collemaggio.

Il progetto generale per la rigenerazione del “Tratturo Magno” (ved. all.2) prevede il recupero/riutilizzo della striscia di territorio largo 111 metri che va da L’Aquila a Foggia, attraversando tre regioni e almeno 50 comuni; non si considera, per ora, il ramo complementare Centurelle – Montesecco che era un doppione (ramo) per assorbire l’elevato numero di ovini in movimento tra i pascoli estivi del Gran Sasso e quelli invernali del Tavoliere.

  1. Progetto pilota: “corridoio ecologico”: L’Aquila-Vasto San Salvo (recupero-riuso del sedime).

Per vincolo di Statuto dell’Associazione, le indicazioni qui riguardano solo il territorio della regione Abruzzo: tratto L’Aquila-Vasto San Salvo.

In particolare il territorio interessato comprende in partenza zone dei parchi (Gran Sasso, Sirente,..) comuni di montagna dove erano pascoli estivi, “terminale  di montagna” da Campo imperatore (Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio etc.) le aree  industriali (L’Aquila, Poggio Picenze) i comuni della valle dei  fiumi: Aterno, Tirino, Pescara; delle  colline chietine, dei  comuni sul mare adriatico ove la spiaggia era interessata dal transito e sosta autunnale delle greggi presso la  foce del fiume Sangro, (Fossacesia, Casalbordino, Vasto) con i caratteristici Trabocchi parchi e riserve (Punta Aderci, Lecceta T.S etc.) .

Per rigenerare il territorio lungo il Tratturo è necessario anzitutto operare direttamente sulla striscia di terreno (demanio regionale) larga 111 metri e lunga 125 km (L’Aquila-Vasto) per farne un “Corridoio Ecologico” originale di circa 1.400 ettari su cui prevedere investimenti per il recupero e gestione successiva nel tempo. Ma è importante interessare anche i borghi storici e comuni attraversati in modo diretto o indiretto; i fiumi e laghi e corsi d’acqua, le zone archeologiche, i parchi e riserve, i boschi, le coltivazioni agricole eccellenti (vigneti, oliveti), le zone industriali di montagna, le chiese lungo il percorso.

Il Tratturo, come noto, era una striscia di pascolo di transito che le greggi usavano appunto in primavera per raggiungere i pascoli di montagna ed in autunno per raggiungere i pascoli invernali in Puglia. Erano le migliaia di persone, con masserizie ed animali da soma con le centinaia di migliaia di pecore che si spostavano periodicamente sui tratturi, ad animare l’economia del vasto territorio.

In coerenza con i vincoli conservativi sul tratturo, è necessario che permanga il sedime storico e la natura di area pascolativa, ma si possono inserire piantumazioni  coerenti con il contesto interno ed esterno attraversato e creare dei “pascoli lineari alberati e cespugliati”; l’uso pascolativo oggi può essere  stanziale in quanto non esiste più la transumanza storica, ma il pascolo alberato  è utile anche per  conservare il terreno pulito, frequentabile da animali selvatici, protetto come prevedono le norme. La funzione di collegamento-transito (transumanza) su questa striscia di terreno può ricrearsi, marginalmente con gli ovini; può essere importante invece creare movimento per visitatori del paesaggio che, percorrendo il “corridoio ecologico”, scoprono un mondo antico e un modo diverso di fare turismo all’aria aperta. Con percorsi ciclo-pedonali ed equestri si creano le condizioni per una esplorazione originale del paesaggio per un vasto numero di visitatori; si apre un significativo spazio paesistico per esperienze originali da fare in ogni stagione dell’anno, a tutte le età, per chiunque, ovviamente aperto alla domanda globale come si usa oggi, con tutti i supporti informatici e di comunicazione possibili (tratturo 4.0). Con questo progetto pilota, si tratta di creare un percorso, magari con più tappe di 125 km dal mare alla montagna e viceversa, esplorando una parte non piccola del territorio regionale. Andare quindi dalle aree del Gran Sasso, dalla città dell’Aquila (aree e parchi montane, città e monumenti e zone archeologiche come Fossa, borghi come Capestrano, peculiarità come le Pagliare, zona industriale etc.) alle colline chietine ricche di uliveti e vigneti, alle aree marine sulla foce del Sangro zona molto suggestiva dei Trabocchi con la Via Verde – Costa dei Trabocchi, un percorso ciclo-pedonale sul mare (Ortona-Vasto 40 km.) ove era la ferrovia adriatica dismessa. Anche qui sono importanti riserve e parchi (Lecceta Torino di Sangro, Oasi Serranella, Punta Aderci). Sul corridoio ecologico ovvero Tratturo possono transitare migliaia di persone al giorno.

All’esterno del Tratturo, del “Corridoio Ecologico”,  nelle aree adiacenti,  è importante rafforzare le molte strutture produttive (industriali e agricole), quelle di servizio al turismo esistenti o da far nascere come piccole stazioni di accesso al “corridoio ecologico” presso i borghi abitati (b&b, ristoranti, punti commerciali, sosta per auto etc.); qui lungo il tratturo, potranno nascere  o  rafforzarsi le attività produttive (manifatturiere nelle zone industriali) le  attività agro-silvo-pastorali di complemento al corridoio ecologico su iniziativa di imprese private in aree che spesso sono incolte o abbandonate (il pascolo alberato lungo il tratturo ad esempio  è sufficiente  per sostenere circa 3.000 capi ovini che possono appartenere  ad operatori privati). Importante recuperare le aree dei corsi d’acqua attraversati dal Tratturo (progetti fiume), i contatti con i parchi e riserve esistenti, stabilizzare le relazioni con i privati confinanti.

Il progetto specifico della striscia di terreno demaniale “corridoio ecologico” per la rigenerazione del Tratturo Magno, nei termini accennati può essere realizzato mediante una collaborazione pubblico-privato tra questa Associazione (gestore) e la Regione Abruzzo (titolare aree), in stretto rapporto con l’Università dell’’Aquila (studi e ricerche) e con le Sovrintendenze (vigilante). Gli investimenti necessari con una valutazione parametrica sulle aree da sistemare di 1.400 ettari è di circa 15 milioni di euro a cui aggiungere interventi specifici per attraversamento fiumi, creazione di varianti ed integrazioni al percorso per sopraggiunte interruzioni/variazioni nel tempo (occupazioni di suolo, espropri, frane, reti, etc..) si stimano altri 5 milioni di euro. In complesso quindi si può stimare un costo di circa 20 milioni di euro per interventi diretti sul Tratturo (opera pubblica); ovvero circa 160 mila euro per km. (1 km. =11 ettari). Questo dato di costo dipende dallo stato del tratturo e dal numero di piante per ettaro da collocare. Con il progetto Unesco, “1.000 miliardi di alberi per il Pianeta entro il 2030”, si potrebbe attingere anche da questo canale di approvvigionamento in collaborazione con la “Forestale”; su tutta l’area si possono piantare circa 300 mila alberi collocati in modo compatibile con la esigenza di conservazione del sedime e di un nuovo parco lineare territoriale con pascolo.

La nascita di questo originale ed attraente “corridoio ecologico” a quote variabili con  clima variabile, con panorama variabile, stimola le iniziative  socioeconomiche dei borghi e paesi attraversati quindi delle produzioni esistenti di tipo agro-silvo-pastorale contigue e non solo, perché il Tratturo diventa un “brand” del territorio e quindi un attrattore di visitatori  che vogliono fare esperienze dirette e differenziate, in ogni stagione, da ogni parte del mondo,  di ogni età e condizione fisica e di  reddito. Si tratta in fondo di far riemergere, evidenziare dalla stratificazione storica delle grandi strutture del territorio, ora dominato da strade, ferrovie, elettrodotti, acquedotti, reti energetiche e informatiche, una traccia degli antenati, un percorso antico che per molti secoli ha alimentato totalmente la vita dei borghi e che è nella memoria profonda delle popolazioni.

La gestione del corridoio ecologico o del Tratturo può essere affidata a soggetti privati confinanti (formula “adotta un chilometro di tratturo”) o società del territorio o gestito dalla Regione o dall’associazione Tratturo Magno. Nell’attività di manutenzione (sfalcio) dare priorità ovviamente alla pastorizia; la piantumazione può essere realizzata attraverso politiche di compensazione della CO2 (canali di finanziamento generali).

  1. Strutture urbanistiche nei borghi e comuni attraversati dal “corridoio ecologico”

I rapporti dei Comuni con il Tratturo erano molto semplici e diretti, infatti i nuclei abitati spesso erano attraversati dal tratturo o vi erano raccordi, e riposti ove si potevano fermare le greggi e questo determinava lo scambio, il contatto sociale e commerciale tra i pastori transumanti e le comunità locali. Le trasformazioni avvenute non permettono di ricreare la continuità storica dei percorsi. Quindi è necessario che nelle diverse situazioni siano individuate le soluzioni più adeguate a mantenere la continuità dei percorsi con tracciati diversi che aggirano gli ostacoli, e mantenere continuità per i “cammini ciclo pedonali ed equestri”, accettando qualche interruzione del corridoio strettamente ecologico, senza interrompere però la continuità dei cammini lungo i 125 km.

I comuni e borghi interessati sono divisibili in un gruppo di testata, ovvero il “terminale di montagna” nella provincia dell’Aquila e sono i seguenti: L’Aquila, (Onna, S. Gregorio, Paganica), Poggio Picenze, Barisciano, Castel Del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Carapelle, Castelvecchio Calvisio, S. Pio delle Camere, Caporciano, Navelli, Capestrano, Ofena, Villa Santa Lucia, Bussi, Popoli, Fossa, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio, Villa Sant’Angelo, Prata d’Ansidonia, Fagnano Alto, Fontecchio, Tione degli Abruzzi, Acciano, Molina, Castelvecchio Subequo; si tratta di 27 comuni, non tutti attraversati dal tratturo direttamente sul proprio territorio ma per la quota altimetrica e per storia, per la  vicinanza  ai pascoli del Gran Sasso, formano un’area, un  insieme omogeneo di smistamento diretto tra pascoli e tratturo; la grande presenza di architetture  storiche e reperti archeologici, i pregi paesistici e le potenzialità evocative della Transumanza, fanno di questa area appunto “il terminal di montagna” del Tratturo Magno.

Per ragioni socioeconomiche e di ripopolamento in questa area è importante rafforzare tutte le attività che creano occupazione, a partire dai nuclei industriali esistenti e loro riutilizzo e rinnovo/sostituzione con nuove produzioni compatibili (energia da fonti rinnovabili, innovazioni tecnologiche, data center, riciclo rifiuti, centri ricerca, monitoraggio del territorio, nuova editoria e comunicazione).

Gli altri comuni attraversati prendendo il ramo da Capestrano verso Forca di Penne, ma già in provincia di Pescara sono: Corvara, Pietranico, Cugnoli, Alanno, Nocciano, Rosciano, Cepagatti (7 comuni); si attraversa il fiume Pescara si incontrano i comuni della provincia di Chieti che sono: Chieti, Bucchianico, Villamagna, Vacri, Ari, Giuliano Teatina, Canosa Sannita, Arielli, Poggiofiorito, Frisia, Lanciano, Castel Frentano, Mozzagrogna, Santa Maria in Baro, Fossacesia, (fiume Sangro) Paglieta, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto, San Salvo (20 comuni).

In ognuno dei 54 comuni citati, il Tratturo, ovvero il corridoio ecologico, intercetta le diverse singolarità esistenti: i borghi, i monumenti, le chiese, i castelli, le zone archeologiche, le riserve naturali, etc.. La stima delle risorse necessarie può essere fatta anche qui in termini parametrici approssimati. Si può stimare un investimento medio di 600 mila euro per ciascun comune (senza che ogni comune abbia lo stesso importo in opere). Prevedendo la realizzazione di varianti per raccordare i cammini, creare nuovi servizi pubblici per infrastrutture urbane, parcheggi, servizi collettivi, reti di servizi vari, per un importo complessivo di circa 32 milioni di euro; si tratta di investimenti in opere pubbliche per miglioramento urbanistico e accessibilità e mobilità locale (mezzi elettrici, ricariche) e rete internet, parcheggi, etc.

  1. I beni architettonici, archeologici e ambientali lungo il tratturo

Le presenze archeologiche da indagare e rendere fruibili, a partire dalla necropoli di Fossa, (sviluppare un ampio programma di scavi e ricerche sui popoli Italici, preromani, Vestini e altre tribù, creare un centro di formazione, ed un museo ex-novo dedicato ai Sanniti che, al pari degli Etruschi, ebbero un ruolo importante nella formazione del sistema romano), Peltuinum, etc.; gli edifici storici  da restaurare e  destinare a nuove funzioni anche residenziali per il ripopolamento dei borghi (Capestrano, Navelli, Corvara etc.) i castelli (Camponeschi), le chiese dei tratturi; centri ricerche in ambito naturalistico, per la formazione di operatori turistici specializzati, in complesso si stima una esigenza minima di investimenti pubblici dell’ordine dei 30 milioni di euro. (di cui 10 per la parte archeologica).

  1. Le aziende del territorio attraversato dal Tratturo

 Il nuovo Corridoio Ecologico che attraversa il territorio incrocia i centri urbani e zone industriali come detto al paragrafo precedente. Ma lungo il percorso in adiacenza e secondo l’altimetria esistono molte attività economiche industriali che riguardano il settore “agro-silvo-pastorale” e zootecnico (ovini e altro), agricole specializzate (zafferano); riguarda aziende viti-vinicole nella parte adatta a queste coltivazioni, aziende turistiche (b&b, ristorazione, servizi vari) aziende manifatturiere ed industriali con intensità diversa e combinazione variabile. Tutte le attività economiche e di servizio possono avere una spinta positiva alla crescita dal recupero del Tratturo Magno e la stessa funzionalità e gestione futura del “corridoio ecologico” hanno successo se vi sono attività floride nei territori attraversati nei servizi e nella più ampia produzione locale.

Le aziende private interessate dal corridoio ecologico sono molte e quindi è difficile individuarne il numero. Si ritiene più utile qui ragionare sul numero di posti lavoro/obiettivo che si vogliono creare e sui settori da incentivare.

In rapporto con il numero dei comuni individuati si ritiene ragionevole porsi l’obiettivo di un incremento medio di 50 posti lavoro stabili per ciascuno dei 54 comuni indicati ovvero in complesso circa 2.700 nuovi posti di lavoro che provengono da nuove iniziative o da ampliamento rinnovo recupero delle attività esistenti spalmati sui comuni attraversati dal Tratturo.

I settori da incentivare sono ampi e riguardano il vasto panorama della manifattura, dell’edilizia, dell’energia, dell’agricoltura e allevamento, della forestazione, del turismo, dei beni culturali e ambientali, della ricerca, innovazione, comunicazione, produzione di energia. Tutte le attività utili al territorio per creare nuovi posti lavoro, ridurre l’inquinamento, favorire la transizione ecologica e digitale, favorire il ripopolamento dei comuni.

Produrre energia da fonti rinnovabili, aumentare la produzione agricola locale etc.   favorire lo sviluppo di un  brand del Tratturo per incrementare la presenza di visitatori in modo non stagionale ma costante tutto l’anno. Favorire lo sviluppo di filiere produttive legate al primario (lana, latte, vino, olio, legno, legumi) ed all’energia (fotovoltaico, biomasse). Nascita di centri ricerca gemellati con le strutture esistenti nei centri urbani maggiori, compresi Napoli e Roma da collocare nei borghi vicino aree di ricerca archeologica ed ambientale (presso i parchi).

Le nuove attività e il recupero di quelle esistenti, prevedono anche la formazione e innovazione tecnologica, iniziative nell’editoria, comunicazione globale, produzione di energia e accumulo; collocazione di strutture per banche dati nazionali e regionali (data center) vista la collocazione in centro Italia della regione; si  può stabilire anche un  rapporto di compensazione (emissioni CO2) tra le attività produttive che si localizzano e  la piantumazione di alberi lungo il tratturo (2400 alberi/km.) e nelle aree marginali abbandonate.

Considerando le varie forme di incentivi alle aziende (contributi e prestiti) e con priorità secondo i concetti territoriali già sottolineati (attività innovative, anche micro, coinvolgendo i giovani e le donne) si ritiene importante prevedere un fondo complessivo minimo di 120 milioni di euro, ovvero un incentivo pubblico minimo di circa 50 mila euro per ogni nuovo posto di lavoro stabile creato nei comuni indicati.

  1. Centri di formazione universitaria innovativi, a distanza, di ricerca, di nuova comunicazione, di accumulo energia da fonti rinnovabili, nuova editoria internazionale, data center, cloud nazionale

 La decisione di realizzare all’Aquila il centro nazionale della protezione civile è un segnale di attenzione verso questa area colpita dal sisma. Si ritiene importante implementare l’ opportuna iniziativa dello Stato, favorendo la creazione di strutture pubbliche e private di ricerca e formazione innovative, università telematica (on-line collegata anche al mondo imprese) immaginare una nuova grande “fabbrica della conoscenza” aperta al mondo; con  centri ricerca e monitoraggio sui rischi sismici e ambientali, centri  di moderna editoria a distanza, per pubblicare ricerche ed altri testi, di vario genere in molte lingue per il sistema globale (produzione in loco, stampa  on-demand da ogni angolo del pianeta); quindi un grande centro che si relaziona col mondo.

Riutilizzare per questo le strutture esistenti industriali e storiche nei borghi dell’area “terminal montano” del Tratturo Magno; pensare anche ad attività in presenza con originali campus aperti alla globalizzazione. Localizzare quindi sedi di università telematiche (con corpo docente stanziale variabile) in   borghi storici ove creare anche dei campus residenziali (per studenti), che creano una polarità originale per insegnamento a distanza (docenti), ma anche di sperimentazione in loco, (archeologia, energia, ambiente). Localizzare un osservatorio sui cammini religiosi, sulle vie della lana, sulle vie dei mercanti. Per questa fabbrica della nuova conoscenza  si può valutare un investimento pubblico minimo di 80 milioni di euro (a cui aggiungere l’ investimento privato).

 Conclusioni

 Quindi in complesso le esigenze di contributo dalla finanza pubblica per avviare la rigenerazione fisica e sociale ed economica del territorio attraversato dal Tratturo Magno trasformato in “corridoio ecologico” che tocca ed innerva  tanti comuni e borghi e stimola le attività economiche  creando occupazione di cantiere ed a regime significativi per tutto il territorio attraversato ed in particolare nell’area del “cratere”, sono nell’ordine  dei  282  milioni di euro, dai vari canali di finanziamento pubblico, a cui bisogna aggiungere investimenti privati (aziende di almeno 100/150 milioni), da spendere nel tempo del PNRR, ossia prevalentemente entro il 2026.

I soggetti attuatori sono pubblici, privati, in partnership pubblico-privato.

L’Associazione il Tratturo Magno 4.0 si propone di sviluppare il progetto “corridoio ecologico” in partnership con la Regione Abruzzo a partire dal recupero riuso del “sedime” storico, (in stretto rapporto con la Sovrintendenze e Università) e di collaborare e supportare i comuni e gli altri soggetti pubblici e privati, le aziende, nell’azione indicata che è complementare e necessaria alla realizzazione degli obiettivi di rigenerazione del territorio. Gli effetti degli investimenti sull’occupazione saranno positivi da subito con l’occupazione di “cantiere”; poi con “l’occupazione stabile” generata dalla produzione e dalla gestione degli impianti produttivi e servizi attivati. La presenza umana e le attività indicate spingono molto la rigenerazione del territorio.